Intervista con Emma Churchill, stilista neozelandese del brand EMROCE
Dalla Nuova Zelanda al lago di Como, l’avventura di Emma Churchill, giovane designer di swimwear dall’anima eco-sostenibile.
Età: 30
Città di residenza in Nuova Zelanda: Waiuku
Città di residenza in Italia: Carate Urio (Como)
Ciao Emma,
Dalla Nuova Zelanda al lago di Como, ci puoi raccontare questo tuo percorso di vita?
Ovviamente è una storia d’amore che include Fabio, un bel ragazzo italiano di Como, Tairua una delle spiagge più belle della Nuova Zelanda e la più bella estate della nostra vita. Lui stava facendo un viaggio itinerante in bicicletta e facendo lavori stagionali. Io ero di ritorno da un anno di viaggio in Sud America e facevo qualsiasi lavoro trovassi. Ci siamo conosciuti perchè lavoravamo nello stesso ristorante con staff composto da francesi, argentini e italiani. Io ero l’unica neozelandese.
Facciamo un passo indietro. Ho iniziato il mio anno all’estero con un’amica. Siamo atterrati a Los Angeles e attraversato a piedi il confine con il Messico. Abbiamo comprato un’auto e zigzagato nella penisola della Baja California facendo surf. Che posto meraviglioso! Prendemmo il traghetto per Mazatlan e proseguimmo verso sud viaggiando e facendo surf. Avevo imparato a surfare tardi, quando avevo finito l’università nel picco della crisi finanziaria! Non c’era lavoro quindi mi ero trasferita in una bellissima spiaggia e ho continuato con i miei progetti di moda sostenibile che avevo iniziato all’università. Guadagnando niente e imparando molto.
Dopo 3 mesi di viaggi ho salutato la mia amica a Cuba e sono volata da solo in Cile, dove ho lavorato insegnando surf a Concon per 2 euro l’ora e dove cucivo biancheria intima in cambio di cibo e alloggio. Questo è un momento che mi torna in mente quando la gente mi chiede “perché ho deciso di fare costumi da bagno” ma è davvero solo uno di tanti.
Dopo aver viaggiato in autostop dall’Argentina alla Bolivia, e dal Perù fino a tornare a Santiago del Cile, sono tornata in Nuova Zelanda trasformata nella persona che ho sempre desiderato essere. Avevo imparato a parlare spagnolo, cosa che in seguito mi ha aiutato a imparare l’italiano. Mi ha anche insegnato ad ascoltare e mi ha aiutato a comunicare meglio in inglese. Ho imparato a rallentare e a permettere alla vita di prendere decisioni per me e ho capito di non avere problemi reali nella mia vita e di avere il privilegio di essere della Nuova Zelanda. In un 1 anno di viaggio ho imparato la stessa quantità di cose che in 4 anni di università.
Il mio piano al mio ritorno in Nuova Zelanda era di risparmiare un po’ di soldi e viaggiare in Italia il prima possibile, così ho scelto Tairua, il posto più bello della Nuova Zelanda in cui avrei potuto passare la mia estate lavorando e Fabio mi ha sorpreso lì. Mi ha davvero trovato in paradiso. Abbiamo avuto una figlia e ci siamo trasferiti a Como per stare vicino ai nonni e per migliori opportunità di lavoro per Fabio, dato che io ero a casa con nostra figlia.
Come è nata la tua passione per lo swimwear?
E’ sempre stata presente ma non lo sapevo. Il nuoto è sempre stato una delle mie tre cose preferite, soprattutto giocare tra le onde, quindi la vestibilità dei miei costumi da bagno è sempre stata importante e ho sempre adattato i costumi da bagno che compravo affinché vestissero al meglio. Quindi il mio amore per il nuoto, il mio amore per la creazione di cartamodelli con spreco zero e il mio bisogno di trascorrere le mie ore di lavoro facendo qualcosa che mi piace, si sono riuniti in questo concetto perfetto.
Dal punto di vista stilistico come definiresti il tuo brand EMROCE?
Lo stile di EMROCE deriva dal bilanciamento tra funzionalità e modelli pensati per essere realizzati con zero spreco di tessuto. Tendo a mettere completamente da parte lo stile e mi concentro sulla realizzazione di capi semplici al 100% privi di scarti e funzionali per il surf.
Uso un tessuto realizzato con il 65% di poliammide riciclata e il 35% di elastan. Il tessuto è più spesso rispetto ai normali tessuti mare, quindi è resistente e mi permette di non usare coppe. Mi piacerebbe trovare un tessuto che possa essere riciclato perennemente o che sia biodegradabile senza alcun compromesso. Ma anche se li trovassi, utilizzerei ancora le mie tecniche di modellistica a scarto zero perché è totalmente fattibile economicamente oltre che ecologicamente.
Riesco a fare tutto in serie molto piccole e non mi sento spinta a fare per forza due nuove collezioni all’anno. Realizzo tutto da sola in modo che il controllo di qualità sia ottimizzato e mantengo i miei costi generali molto bassi. Tutti i miei imballaggi sono riciclati, riciclabili o biodegradabili. La maggior parte dei miei clienti vive uno stile di vita completamente a impatto zero, quindi devo renderli il più felici possibile mentre gli vendo un “pezzo di plastica” tanto necessario.
Quanta influenza della Nuova Zelanda c’è nel tuo stile e quanto sei ispirata dal lago di Como?
La moda e l’arte neozelandese sono sempre state molto scure questo potrebbe essere ciò che mi influenza ad usare principalmente il nero e il navy blu. Como mi ispira a fare un prodotto di qualità migliore. Gli italiani hanno un’attenzione speciale per i dettagli e questo è qualcosa che rispetto davvero.
Come hai conosciuto MarediModa?
Abbiamo semplicemente condiviso un like su instagram, poi ho visitato il sito web, a cui è seguita una e-mail perché avevo alcune domande. Abbiamo scoperto che eravamo entrambi a Como. Come quelle storie che sui miei viaggi quando tutto accade per caso e funziona alla perfezione
Pensi di visitare la prossima edizione di MarediModa?
Ci sarò !
Cosa cercherai?
Nuovi tessuti sostenibili, stampa tessile sostenibile, aziende che eseguono taglio laser di tessuti
Dove si possono acquistare i tuoi costumi da bagno?
Li vendo on-line sul mio sito www.emroce.com e in alcuni punti vendita sul lago di Como tra i quali la scuola di wakeboard di Blevio
Ci vediamo a Cannes !