Il nuovo consumatore post COVID19. Più consapevole?
Come cambieranno, se cambieranno, le abitudini del consumatore alla fine di questa pandemia? Sui media si affollano pareri e proiezioni. Dalle più spirituali fino alle più pragmatiche. Che sia il risultato di un cortocircuito tra uomo e universo, un segnale definitivo per richiamare la nostra attenzione sul vero rapporto tra noi e il pianeta. Un avvertimento sul degrado del sistema economico del pianeta, sulle produzioni massificate e prive di etica che affollano la grande e piccola distribuzione.
La saturazione di prodotti senza valore è un tema cruciale di questi tempi. Anche Giorgio Armani ha recentemente sottolineato come la corsa alla sovrapproduzione abbia generato un disvalore assoluto e messo in moto un meccanismo perverso che altrimenti non si sarebbe mai arrestato.
Ecco, adesso che tutto si è fermato, abbiamo il tempo di dare un valore alle cose. Possiamo capire senza fretta che abbiamo bisogno più di cose fatte bene che di quelle fatte male e in fretta. Un nuovo orgoglio locale sta attraversando le coscienze di tutti, una rinnovata voglia di scegliere meglio, con più maturità.
Responsabilità e etica saranno le chiavi di accesso negli anni a venire. Promuovere e valorizzare tutta la catena sarà determinante, dalla fibra al capo finito fino all’etichetta parlante. Scegliere significa premiare, e oggi chi sarà pronto in fretta a ripartire, si troverà davanti spazi immensi da attraversare.