Intervista esclusiva con Marco Borioli, Presidente di MarediModa S.c.a.r.l.

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Intervista con Marco Borioli, Presidente di MarediModa

Intervista con Marco Borioli, Presidente di MarediModa S.c.a.r.l. la società che organizza l’omonimo salone dedicato ai tessuti e agli accessori mare intimo e athleisure

Come si è evoluta MarediModa nel corso degli anni? Cosa avete in programma per l’edizione 2018?

MarediModa si è evoluta ma rimanendo fedele a sé stessa. La forza del nostro evento è da sempre la sua peculiarità. Siamo la fiera di riferimento per il settore beachwear, intimo e, dallo scorso anno, athleisure. I brand internazionali convergono a Cannes per incontrare i migliori fornitori europei di tessuti e accessori. Solo a MarediModa sanno di poter trovare una panoramica completa sulle nuove collezioni con un contenuto moda, innovazione e qualità ineguagliabili. Oggi, poi, considerate la mescolanza tra generi e stili, la spesso virtuosa contaminazione creativa, molti brand al di fuori del nostro circuito vengono a Cannes per trovare ispirazioni e scegliere i tessuti.

Qual è la dimensione globale del mercato mondiale del beachwear? Quale la sua crescita annua?

Il mercato mondiale dello swimwear e beachwear è proiettato a raggiungere i 2,2 miliardi di unità pari a 22,7 miliardi di dollari entro il 2022. I paesi emergenti rappresentano quelli con la crescita in percentuale maggiore, soprattutto l’America Latina guidata dal Brasile, che rappresenta il più grande mercato mondiale.

 

Qual è la quota di mercato dell’Italia nel settore mondiale del beachwear?

L’Italia è al secondo posto in Europa per fatturato nel settore beachwear, dopo la Francia.
Il comparto mare, che comprende anche l’intimo e la calzetteria, fattura in Italia circa 4 miliardi di euro l’anno. Analizzando nel dettaglio le categorie merceologiche, le performance migliori sono quelle della calzetteria e del beachwear. A rivoluzionare il mercato, in Italia e non solo, è stata la trasformazione dei canali distributivi. Ai negozi multimarca si sono affiancate le catene di negozi monobrand, di proprietà oppure in franchising, che hanno contribuito da un lato a rafforzare la presenza delle etichette dalle grandi vie dello shopping ai centri commerciali e, dall’altro, a far crescere l’identità del marchio. Le catene oggi coprono il 40 per cento del mercato italiano, seguite dagli indipendenti, al di sotto del 20 per cento. Anche in questo segmento registriamo un avanzamento del web con una crescita anno su anno in media del 5 per cento, con una quota sul totale del fatturato ancora molto bassa pari, attualmente, all’otto per cento.

Quali sono le caratteristiche principali del settore mare italiano?

L’Italia ha una lunga tradizione nel settore mare trainata in passato dal mercato interno che è sempre stato molto attento al contenuto moda si è negli anni affermata anche sui mercati esteri. In Italia esistono numerosi brand medio/piccoli che se da un lato rappresentano una peculiarità e un valore aggiunto del settore dall’altro ne frenano la diffusione all’estero.
Dati interessanti riguardano il fronte delle destinazioni d’uso dei costume da bagno in Italia, la fetta più importante (63%) riguarda il tempo libero (tintarella e beachlife), che batte l’attività sportiva.
Sul 37% rappresentato dal settore sportivo, il 5% delle vendite è destinato al nuoto (allenamento e competizione) e il 32% alla piscina (nuoto dolce, health club, aquagym). Il beachwear femminile fa la parte del leone (54% del mercato in valore), mentre l’uomo si ferma al 29%. Il kid pesa per il 17%.
Se si considera la donna (oltre i 14 anni, uso tempo libero) si nota come nel 2016 la fascia premium del mercato – rappresentata dai costumi da 50 euro in su – abbia riguardato il 24% del totale delle vendite italiane ed europee di swimwear a valore, una quota rimasta relativamente stabile negli ultimi quattro anni. Nel medesimo periodo si è tuttavia accentuato il cosiddetto “effetto clessidra”, con una progressiva contrazione della fascia media (30-40 euro il cartellino medio) a favore dell’entry price (fino a 20 euro), che ha guadagnato terreno.
Nei cinque mercati europei di riferimento (Italia, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna) 15% circa delle donne di età superiore a 14 anni acquista almeno un costume l’anno per i momenti “leisure”. In questi segmento, negli ultimi due anni il bikini ha rappresentato il 70% del giro d’affari europeo, con il “mix and match” che ha costituito il 3% degli acquisti.

Quali passi compie il settore e quali il governo per promuovere questo settore di nicchia?

La battaglia italiana più importante riguarda la tracciabilità del tessuto ed è portata avanti con forza presso le istituzioni dell’Unione Europea, che regolano questi aspetti per i paesi membri. Avendo una importante realtà tessile di qualità e innovativa è indispensabile arrivare ad una certificazione che tuteli la produzione italiana e garantisca il consumatore finale. MarediModa da sempre si è fatta ambasciatrice di questa cultura e a favore della tutela della tracciabilità.

Qual è il valore aggiunto dei confezionisti italiani del settore mare?

La creatività, la qualità, la cura dei dettagli, sono le caratteristiche fondamentali dei brand italiani. L’Italia poi, da sempre, è una terra eletta in questo senso. Gli stimoli vengono non solo da dentro ma soprattutto da fuori, da una cultura antica e profonda. Da generazioni e generazioni di creativi e artisti. E’ una questione genetica che si allena ogni giorno.

Quali sono i principali paesi di provenienza dei vostri espositori e visitatori? Quali nuovi paesi si sono affacciati n fiera?

Gli espositori provengono in maggioranza da Italia e Spagna (prevalentemente dal distretto di Barcellona) che rappresentano i due paesi leader in Europa nel settore mare. I visitatori provengono da tutto il mondo. L‘Italia rappresenta circa il 30 % dei visitatori, seguono Francia, Spagna, Germania e UK. Stati Uniti e Turchia sono presenti con numerosi brand di fascia alta in cerca di tessuti e accessori in grado di rendere i capi unici.

Come si sono modificate le strategie di approvvigionamento dei tessuti in questi tempi dominati dalla Brexit, economia circolare, sostenibilità, innovazione tecnologica e ricerca di prodotti a km zero?

Assistiamo da alcuni anni al fenomeno del reshoring che porta al rientro della produzione in Europa o in paesi limitrofi a causa di esperienze negative nei paesi del Far East. A MarediModa è presente un’area dedicata proprio ai confezionisti conto terzi provenienti da Italia, Portogallo, Romania e Tunisia in grado di fornire servizi qualitativamente elevate, minimi d’ordine ridotti e tempistiche molto più rapide rispetto al Far East con l’aggiunta della prossimità geografica e culturale che rende il lavoro più semplice e proficuo.

Quali sono le tre caratteristiche principali che i consumatori ricercano in termini di fibre, tessuti e design?

Sicuramente la sensibilità alla eco sostenibilità è in costante e forte crescita, fibre di derivazione naturali o riciclate stanno prendendo sempre più piede, in termini di tessuti l’innovazione tecnologica e il contenuto moda sono due caratteristiche imprescindibili.

L’athleisure rimarra un macrotrend anche nel corso della prossima edizione di MarediModa?

“Athleisure is the new casual”, non stiamo più parlando di tendenza ma di una vera e propria rivoluzione nel settore moda. Tessuti performanti e innovativi per uno trend che mixa confort e stile. I produttori di tessuti stanno lavorando molto in questo senso e creando nuove collezioni di alto livello da proporre ai brand nuovi e affermati in cerca di prodotti peculiari e unici. L’athleisure non è solo un macrotrend ma una ampia e completa nuova visione del modo di vivere, più attento a ciò che mangiamo, a ciò che vestiamo e a ciò che facciamo ogni giorno. Athleisure è healty, comodo e responsabile.

Quali strategie attuate per espandere MarediModa oltre Cannes?

MarediModa è da sempre proiettata oltre Cannes, la promozione è capillare in tutto il mondo sia sulle riviste del settore sia sul web, con un occhio di riguardo per il mondo dei social networks. La nostra forza risiede però nel più antico ed efficace metodo di comunicazione, il passaparola. Tutti i players del settore sanno e vogliono essere presenti, i brand del settore che ancora non ci conoscono scoprono la nostra fiera tramite il consiglio dei loro fornitori e viceversa. “Ci vediamo a MarediModa” è il saluto più frequente al termine di un incontro di lavoro. E’ un appuntamento annuale unico a cui nessuno vuole rinunciare. Come ha sintetizzato il designer brasiliano Amir Slama in visita a Cannes “Chi non visita MarediModa non sta creando delle buone collezioni”. Se parliamo di creare nuovi eventi oltre a quello di Cannes entriamo in un altro ambito della nostra società. MarediModa si muove a livello globale organizzando eventi mirati o missioni commerciali in paesi di specifico interesse per le aziende tessili. Organizziamo da sempre una preview a Monaco di Baviera a settembre ed abbiamo organizzato mission commerciali negli ultimi anni in Colombia, Brasile e Stati Uniti.

Come è andata l’ultima edizione di MarediModa e cosa vi aspettate dalla prossima?

L’edizione 2017 ha segnato un’ ulteriore crescita di visitatori e la presenza di nuovi espositori di alto livello, le aspettative per il 2018 sono quelle di confermarsi come evento leader nell’ alto di gamma, di ampliare la presenza di brands athleisure in visita, diventando la fiera di riferimento per le aziende di questo settore. Chi fa moda non può rinunciare a MarediModa. Segnatelo in agenda.

 

La prossima edizione di MarediModa è in programma il 6-7-8 Novembre 2018 clicca qui per richiedere il free pass